sabato 27 agosto 2011

Filosofia dell’orto-giardino sinergico

Il mio orto e il mio sentire. 

Mi sono ripresa la mia com-passione, mi sono lasciata curare dall’orto giardino. Non so se ci si arriva per necessità o per il compimento di qualcosa che chiede solo d’essere esplicitato. Il mio orto-giardino ha un’anima. Come ogni cosa…, ma io ho imparato a vederla e sentirla. O forse sapevo che era là e che dovevo andarmela a prendere. Contro ogni aridità. 
I piccoli semi, le piantine i piccoli frutti che gonfiano sotto un fiore appassito hanno una tenerezza che mi pervade. Ai primi chiarori dell’alba esco a contemplare il mio orto-giardino: fiori e ortaggi , arbusti e insalate crescono rigogliose in un apparente disordine. Ho associato piante che si possono aiutare e naturalmente mi viene da pensare che è la diversità che fa crescere e che il sostegno reciproco rafforza l’identità di ogni piantina. Un piccolo Universo, un microcosmo che mi dà lezioni di Vita ogni giorno.IL modo comune di vivere, di lavorare, di cibarci , ci ha tolto la poesia. 
Uno zucchino che hai teneramente coltivato, seminato, trapiantato...che hai visto crescere, diventare una pianta con una sua vita autonoma, una sua saggezza; una pianta che fiorisce e fa frutti e man mano prende spazio nel terreno… uno zucchino raccolto da quella pianta madre non può essere assimilato non è paragonabile ad uno acquistato al mercato o in negozio. Non per il suo sapore, ovviamente.; per quanto sia importante averlo coltivato senza concimi chimici o diserbanti.




 No, non mi riferisco a questo, bensì alla sua “esistenza” in me. Mi riferisco quindi alla mia consapevolezza nei suoi confronti Esso esiste come soggetto in divenire e non come oggetto statico e inerte…E poi perché “esso” e non “egli” ? Non ha forse pari dignità di altri esseri viventi? No, non scherzo; quando mi appresto a mangiare i “nostri” ortaggi non introduco solo del cibo…ho in me la memoria della loro Vita, del loro nascere e crescere. Ora guardo alla Vita con occhi esperti che non si limitano più all’oggetto presente, ma riescono ad intravvedere il soggetto vivente e percepirne l’evoluzione dalla sua nascita. Così osservare la melanzana o un uomo assume un nuovo valore che invariabilmente assimilo a me in un’empatia che mi associa alla VitaIl modo comune di vivere ci ha tolto l’anima delle cose. Se siamo separati dalla Vita diveniamo oggetti inerti, senza vita, senza identità e divenire. Senza memoria.Ora so che abbiamo bisogno di nutrirci non solo di proteine, vitamine e sali minerali I miei zucchini hanno un’anima che mi restituisce la poesia e la gioia di cui ha sete il mio spirito. Lo scambio è reciproco: io spendo le mie energie e la Madre Terra mi restituisce com-passione : nutrimento di tutto il mio essere; mi educa ad affinare la sensibilità di essere “vivente”.Sento che è l’unico modo di stare al mondo. Lo so che molti non capiranno, ma credo che possano respirare la poesia del mio orto-giardino attraverso il blog e gli scatti di Giulia, perché l’emozione si passa come un virus buono. E quando sei felice vuoi solo una cosa: condividere la gioia.




FOTO --> dopo 10 giorni:




piede come metro di paragone

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