Che cosa c’è di
meglio di una colazione fatta con le tue fette biscottate? Ho rinfrescato il mio
lievito madre, ho scelto la farina di avena, la farina di segale ci ho messo
anche il mio sciroppo di tarassaco.
Ho celebrato l’elogio della lentezza, aspettando che fosse tempo di cuocere i miei pani. Poi ho ancora atteso per
poter affettare quei pani e rimettere le fette a tostare nel forno.
Poi è mattino e sulle fette biscottate ci
metto le mie marmellate .Quella più buona per me, d’inverno, è sempre quella di
lavanda e mele ...
Guardo fuori…..so che
le strade sono deserte, anche se sono in campagna e posso solo vedere il
maneggio e la scritta :CHIUSO
Quindi siamo da soli,
ognuno a casa sua, per un tempo
indefinito….
ma questo non mi disturba affatto! Mi sono
allenata alla solitudine in questi ultimi tempi e non mi inquieta… so che cosa fare ....
Faccio l’esercizio di
rinominare tutte le mie fortune e ringrazio :è il mio mantra !
Non sono ammalata,
sono in pensione e ancora la percepisco, ho una casa . Ho la fortuna di vivere
in campagna, di avere un pezzetto di
terra da coltivare, ho acqua potabile e corrente elettrica, ho internet, ho due
figli meravigliosi e tanti amici che mi amano.
Nell’ortogiardino ci
sono le violette, le primule, i narcisi, i giacinti, le pratoline e tutti gli alberi da frutto fioriti. Ho
seminato e trapiantato
Ho pacciamato con le
foglie secche dell’acero rosso e del ginko. La pacciamatura è un ottimo sistema
per ridurre l’evaporazione dell’acqua, per far proliferare i lombrichi e infine
per dissuadere le mie gatte a fare i loro bisogni nella terra soffice, appena
seminata.
In una breve
passeggiata nel bosco ho raccolto pigne per accendere il camino e vicino alla
roggia giovani steli, probabilmente di tife, che ho messo nella vasca da bagno
con acqua per ammorbidirli .... ho cercato il libro dei cestini e poi ho
provato a fare un cesto di quelli dell’isola del Giglio... quelli che servono per
seccare i fichi: i graticci di ginestra.
Dovrei anche ribattere col
pirografo la scritta Great country House del mio orto, dovrei finire di riordinare
tutti i pasticci che mi invento gni giorno.
E a sera quando
l’orto e il giardino non sono più agibili ci sono mille cose che potrei fare:
mi prendo i libri di potatura e di permacultura, il mio quaderno dell’orto e riprendo a progettarela mia piccola minuscola foodforest
. Talvolta immagino piccole microfattorie che potrebbero salvare ambiente e
nutrire uomini. Immagino che sarebbe bello incontrare gli amici, qui, in questo
giardino, per organizzare la nostra
cittadina intera in permacultura….
È grazie ai miei
sogni che sono felice ... anche di stare da sola
La forza della
propria visione è potentissima Sono comunque sempre connessa con i miei figli e
i miei amici grazie a internet
Qui il silenzio e
assoluto e perfetto per meditare ....ogni tanto mi metto su un disco di jazz
...Brubek non mi verrà mai a noia , oppure Bach .... adoro le suites per
violoncello solo, armonia assoluta per ogni mio passo e respiro, oppure i notturni
di Chopin .
Posso fare
esattamente tutto quello che voglio, prescindendo dal tempo e lo faccio precisamente secondo i miei ritmi fisici e mentali.
Ho capito che la mia
dimensione temporale è caratterizzata dal mio dialogo interiore e se non ci sono obblighi o
incombenza a distrarre il flusso interiore, ritrovo in me l’armonia dei suoi tempi.
Questo silenzio e
questa solitudine mi fa riflettere molto e sto pensando che questo
tragico momento storico, questa pausa obbligatoria che ferma il mondo, non sia invece una grandissima opportunità per
ripensare alla nostra vita, ai ritmi che abbiamo e che sopportiamo, al senso
che diamo alle nostre giornate; alle
nostre relazioni spesso frettolose e pragmatiche…abbiamo dimenticato la narrazione
!
E come se la Terra ci dicesse:"Se non vuoi capire, se non ce la fai, ti fermo io !"
Rifletto su questo
fatto inedito, su cosa sta succedendo a livello globale, così repentinamente da
cambiarci totalmente la vita. Non ho la tivu, ma con internet mi tengo
informata e leggo da varie fonti ….da otto giorni mi sono autoisolata e stranamente
questo non mi ha sconvolta per nulla.
Resta un dubbio e una
certezza: dopo, e qui c’è il dubbio,” Ci sarà un dopo definitivo?” , quindi
dopo, la nostra vita non sarà mai più
come prima.
Impareremo a
convivere con la precarietà e l’incertezza, cercando di fortificarci sui valori
che ci strutturano nel profondo, sulle relazioni affettive, sulla solidarietà e l’empatia.
Rifletto sulla mia
piccola autoproduzione che mi tiene al riparo dalla paura di non sapere come
procurarmi il cibo, se domani chiuderà il centro commerciale
Ieri sera leggevo
dell’agricoltura blu… anche l’agricoltura andrebbe ripensata come pure il modo
di alimentarci , il dialogo col nostro corpo... il rapporto che abbiamo con le
cose, Pensavo anche che molte persone non sanno che dietro la loro spesa al
supermercato, ci sono i contadini che lavorano la Madre Terra ….Non ne hanno la
contezza perchè la loro dipendenza è la grande distribuzione.
Penso che avere
un piccolo sogno di autosufficienza per prodursi il proprio cibo è una grande rivoluzione, innanzitutto di
pensiero .